19:43 01-12-2025

Emder, la città perduta degli Ob-Ugri: epica e scavi

Scopri la storia di Emder, fortezza degli Ob-Ugri ritrovata grazie all’epica khanty: mura di larice, reperti e commerci, la caduta e la tutela odierna.

La storia di un’epopea russa che si trasforma in mappa di lavoro per i ricercatori potrebbe sembrare un romanzo d’avventura. Eppure è così che, alla fine del Novecento, fu ritrovata l’antica città di Emder — un centro fortificato degli Ob-Ugri che per secoli aveva vissuto soltanto in canti e leggende.

L’epica che indicò la strada

Alla fine dell’Ottocento gli etnografi registrarono leggende khanty, tra cui la bylina sugli eroi di Emder. Suonava come la saga di cinque fratelli, ma il folklorista Serafim Patkanov colse un indizio decisivo: la città sorgeva su un fiume che d’inverno non gelava, con le sponde incrostate di brina. È difficile sfuggire all’idea che un singolo dettaglio descrittivo abbia spostato la ricerca dal campo delle ipotesi a qualcosa di molto vicino alla cartografia.

Quasi un secolo dopo, gli archeologi Alexey Zykov e Sergey Koksharov fecero combaciare quella descrizione con il fiume Yendyr, affluente dell’Ob. Il geofisico Vladimir Dolganov parlò loro di strani terrapieni e avvallamenti lungo le rive. Una ipotesi prese forma. Nel 1993 una spedizione portò alla luce un insediamento fortificato a 68 chilometri da Nyagan. Sul promontorio dove sorgeva la roccaforte cresceva un larice gigantesco — proprio come nella bylina si raccontava di una principessa civetta posata su un albero dalla corteccia che si sfoglia. Se c’è un luogo in cui la tradizione orale sembra custodire coordinate per secoli, è questo.

Una fortezza nata dalla taiga

Anni di scavi hanno rivelato Emder come un vero castello ligneo tra l’XI e il XVI secolo. La pianta somiglia meno a rovine e più al progetto di una piccola entità politica.

La città bruciò più di una volta, ma i residenti la ricostruirono: un segnale chiaro del suo valore strategico. Emder non era un villaggio di margine — funzionava da centro politico di un piccolo principato ugrico.

Commercio, armi e legami con terre lontane

L’economia della fortezza si reggeva su caccia, pesca e allevamento. La vera ricchezza erano le pellicce — una valuta apprezzata ovunque.

Gli archeologi hanno trovato:

Questi reperti indicano ampi legami commerciali — da Novgorod alle terre tatare. Attraverso intermediari, le pellicce arrivavano fino in Europa e in Asia centrale. Gli artigiani di Emder lavoravano osso e cuoio e praticavano la fusione del bronzo, e il potere passava per linea familiare. Nel XVI secolo la città era diventata vassalla del principato di Koda, senza perdere importanza.

La saga dei fratelli e il suo epilogo tragico

Al cuore della leggenda di Emder c’è la bylina dei cinque fratelli guerrieri. L’arco è quello dell’epica: un primogenito celebre per la forza; il più giovane, Yag, veloce come il vento; la ricerca di una sposa in una lontana città sulla Konda; una lite che degenera in sangue; la morte di tre fratelli e il giuramento di vendetta. Pur restando poesia, gli archeologi fanno notare che molti dettagli — nomi di fiumi, larici, menzioni dei nemici — riecheggiano ciò che la pala ha confermato. L’incontro fra versi e prove, qui, risulta insolitamente persuasivo.

Gli ultimi giorni di Emder

La città cessò di esistere alla fine del XVI secolo. Fu presa d’assalto e rasa al suolo. L’avversario finale resta incerto — forse gruppi vicini, forse forze giunte da occidente. Dopo la caduta della roccaforte, la sua memoria sopravvisse solo nel canto epico, finché l’archeologia non la riportò nei registri.

Un’eredità sotto minaccia

Oggi il sito fortificato di Yendyr è un bene del patrimonio storico regionale. La sua conservazione, però, è costantemente a rischio. Ogni anno gli archeologi trovano tracce di razziatori, e nella taiga profonda è difficile fermarli. Ogni oggetto perduto è una pagina di storia insostituibile.

Eppure il lavoro continua. Il museo di Nyagan porta avanti programmi educativi e si organizzano campi archeologici per adolescenti. Esistono piani per costruire una ricostruzione della fortezza di Emder come parte di un futuro complesso culturale. Forse un giorno i visitatori cammineranno su quelle mura e coglieranno l’eco dell’epica che guidò gli studiosi verso una città scomparsa.